Wolff interviene su Red Bull e VCARB: "Bisogna rivedere le regole".
Uno degli argomenti - forse anche delle polemiche - prima dell'inizio della stagione è stato quello di stabilire se la stessa azienda possa o meno possedere più di un team di F1. In base ai regolamenti attuali, ciò è consentito, ma alcuni personaggi come Zak Brown (McLaren) vogliono che le cose cambino. Toto Wolff (Mercedes) e Frederic Vasseur (Ferrari) sono ora coinvolti nella discussione, che in realtà si concentra sulla Red Bull.
L'azienda austriaca possiede Red Bull Racing e Visa Cash App RB (VCARB). L'amministratore delegato di McLaren teme che questa sia una situazione malsana per lo sport, in quanto renderebbe molto facile per i team scambiarsi informazioni tra loro. D'altra parte, anche nel calcio, ad esempio, la questione delle multiproprietà emerge ciclicamente
Vasseur vede due lati del problema
Interrogato sulla questione, Vasseur afferma che i problemi sono due: "La prima è la proprietà della squadra e la seconda è il regolamento tecnico. Si può immaginare che ci sia collaborazione anche se non si è sotto la stessa proprietà. I regolamenti prevedono una netta separazione e spetta alla FIA decidere se una cosa è bianca o nera. Per me è sempre stato chiaro e rispettato".
"Essere proprietari può portare a situazioni estreme nel calcio. Ma dobbiamo anche ricordare che due, tre o quattro anni fa tutti erano felici che la Red Bull finanziasse una squadra, in un momento in cui noi [lo sport] eravamo in difficoltà. Non dobbiamo dimenticarlo", sostiene Vasseur.
Wolff vuole chiarezza per il futuro
Toto Wolff, proprietario e CEO del team Mercedes F1, concorda con il ragionamento di Vasseur e Brown. "Penso che lo sport debba molto alla Red Bull", afferma l'austriaco. "Hanno due squadre, le finanziano, hanno un grande programma junior, un circuito e un grande valore del marchio. Quindi non sono come qualsiasi altro team più piccolo. Quindi credo che a livello di azionisti [della F1] sia piuttosto difficile discutere di questo contributo".
"Ma d'altra parte, siamo uno sport con costruttori e credo che con lo stesso azionariato, la stessa sede e le strutture condivise ci sarà sempre un po' di ambiguità tra i concorrenti e credo che si debba guardare ai regolamenti. I regolamenti sono abbastanza solidi? Sono controllati abbastanza bene da farli ritenere giusti per noi? Ci sono potenziali scappatoie? E di cosa abbiamo bisogno per il 2026?".
Secondo Wolff, quest'ultimo aspetto è particolarmente importante per il futuro: "Definisci regole che facciano sentire tutti a proprio agio con la situazione. Dai piccoli team che si avvalgono di questa collaborazione, come Haas, perché sarà molto difficile per loro stare in piedi da soli, ai team che non hanno rapporti con altri, o non hanno un rapporto cliente-cliente, fino ai grandi team all'estremo opposto dello spettro che hanno partecipazioni comuni e le stesse sedi. E credo che questo sia il punto da affrontare, che tutti siano d'accordo".